Il turismo a Lampedusa è in ginocchio: «Non si contano le disdette»
«Il turismo siciliano è in ginocchio, ormai le prossime festività pasquali sono compromesse e anche la stagione estiva è a forte rischio. Ma da Roma non arriva ancora nessun segnale di sostegno», lo ha detto martedì 29 marzo l’assessore regionale al turismo siciliano, Daniele Tranchida, in un incontro in Regione. «La Sicilia, praticamente da sola, sta pagando un prezzo altissimo sia per le notizie che giungono da Lampedusa sia a causa del blocco dell’aeroporto di Trapani ai voli civili, senza che la stessa Unione europea muova un dito per aiutare gli operatori siciliani», ha aggiunto Tranchida.
Da ieri, inoltre, circa 200-300 cittadini di Lampedusa hanno occupato, in segno di protesta, l’aula del Comune. Da settimane, infatti, l’isola è meta di sbarco di immigrati che arrivano dal Nord Africa (Libia e Tunisia soprattutto) in fuga dalla guerra o dalla fame.
A questo va aggiunta la presa di posizione di Confindustria Sicilia Alberghi e Turismo, il cui presidente, Sebastiano De Luca, ha inviato al Governatore siciliano, Raffaele Lombardo, una lettera con la quale chiede un incontro alla Regione per chiarire la posizione da tenere e la strategia da attuare: «Sui media nazionali ed internazionali, infatti, sta passando il messaggio che la Sicilia è invasa da immigrati e che a Trapani ci sia la guerra (…) non si contano le disdette, soprattutto nell’area del trapanese anche a causa della chiusura dell’aeroporto».
Intanto, per il 31 marzo, è previsto un vertice del Consiglio dei Ministri a cui parteciperà anche il Presidente del Consiglio proprio a Lampedusa. La linea del Governo è quella di distribuire i migranti su tutte le regioni italiane, in sintonia con l’appello del Capo dello Stato: «Non può l’Italia, non possono le singole Regioni, dare uno spettacolo di incertezza e divisione. Non è possibile che in una regione si accettino sacrifici e in un’altra no».