Il turismo? Dovrebbe rappresentare il 20% del Pil
Sono appena usciti i dati della Banca d’Italia per quanto riguarda la spesa del settore turistico.
Finalmente una nota positiva nel settore: nel 2010 si è registrato un saldo positivo di 8.788 miliardi, con un netto aumento delle presenze di stranieri in Italia. Il maggiore successo lo hanno registrato le città d’arte (indiani e cinesi), la Riviera romagnola e Madonna di Campiglio (russi e polacchi) e le scappatelle a base di prodotti enogastronomici (Stati Uniti). Il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, si dice molto soddisfatta dei dati di Bankitalia che premiano, a suo avviso, un buon lavoro di promozione strategica a livello nazionale. Ma per il Governo non basta: gli obiettivi che Silvio Berlusconi ha assegnato al settore sono quelli di arrivare a rappresentare il 20% del Prodotto Interno Lordo. «Eravamo i primi al mondo Purtroppo siamo stati superati dalla Spagna, dalla Francia, dagli Stati Uniti e dalla Cina e dobbiamo recuperare molto», ha detto la Brambilla. Ma non tutti sono così positivi: Federturismo Confindustria si dice preoccupato: «La capacità di attrazione del nostro Paese continua a far affluire stranieri in Italia. Abbiamo una dotazione di risorse incomparabile, in primo luogo quelle del nostro patrimonio artistico e culturale. Qualche indicatore in ripresa non deve farci dimenticare però la debolezza strutturale della nostra industria turistica e i nostri gravi problemi di competitività (…).
Facciamo fatica a inserirci nei grandi cambiamenti dei flussi mondiali. Per recuperare competitività e riguadagnare le quote di mercato che l’industria turistica ha perso negli ultimi anni dovremmo tornare a una governance coordinata del settore e dovremmo disporre di un piano strategico che detti le linee del suo sviluppo. Ora sembra che il Dipartimento del turismo abbia cominciato a lavorarci. Vedremo».