Per una ripresa del turismo bisognerà aspettare il 2012
Da ormai oltre due anni il turismo è in crisi. I dati dell’Osservatorio nazionale per il turismo del 2010 parlano chiaro: l’anno appena concluso ha visto una flessione del settore dell’1,2%, con punte più alte nell’extra-alberghiero e nell’agriturismo.
Rispetto al 2009 i viaggi effettuati sono diminuiti del 12,4% – e soprattutto i viaggi vacanza – e i pernottamenti del 7,8%. Restano costanti i viaggi all’estero, ma subiscono una flessione gli spostamenti interni che, comunque, rappresenta l’81,7% del totale. L’Istat ha registrato un lieve miglioramento tra il 23 dicembre 2010 e il 6 gennaio 2011, dove le presenze in hotel e alberghi sono aumentate del 6,5%. Ma si tratta, anche in questo caso, di uno specchietto per le allodole: secondo le previsioni il 2011 vedrà, in media, un calo del fatturato dell’1,5%, una diminuzione delle presenze del 5% e, contemporaneamente un aumento dei prezzi compreso tra il 3 e il 5%.
Lo dice Aurelio Bonini, presidente di Trademark Italia al Sole 24 ore: «Per una ripresa si dovrà aspettare il 2012. L’incertezza economica e occupazionale pesa sul turismo e a risentire di più quest’anno saranno le regioni del sud. Il calo del giro d’affari del settore è dovuto soprattutto al risparmio sulle spese extra-alberghiere visto che la flessione delle presenze in albergo sarà compensata dall’incremento dei prezzi dei soggiorni». Ciò detto il turismo resta un settore trainante dell’economia del Paese. Il 2010, nonostante l’anno di crisi, ha comunque prodotto 150 miliardi di euro di fatturato – circa il 12% del Pil nazionale – occupando 2,4 milioni di persone (di cui l’80% nelle strutture ricettive), il che significa il 10% dei lavoratori italiani.