COCA BUTON, il destino nel crollo di Napoleone Bonaparte.
Siamo nel 1860 all’incirca a Gentilly, abita Jean Bouton, il quale attraverso un fabbrica di Liquori serviva l’imperatore Napoleone Bonaparte.
Ben presto Napoleone cadde, e con lui si trascino’ la fortuna di Jean Bouton. Caduto in miseria Jean, si trasferi0 in Italia a Bologna dove attraverso la conoscenza di un pasticcere Rovinazzi fonda una distilleria Giovanni Buton & C. (aveva preso il nome italiano Giovanni).
L’inizio e’ calmo con la produzione di alcuni amari, intanto in Italia comincia la diffusione di un nuovo vino, un composto di vino e foglie di coca Boliviana. Il miscuglio è realizzato dal chimico Angelo MAriani, il debutto fu esponenziale, anche perchè a detta di molti apportava delle notevoli proprieta’.
Nello stesso periodo, Giovanni Buton , crea un nuovo liquore, Il “Coca Buton”, ma che a differenza del vino di Mariani, sono state eliminate le tossine pericolose e quindi sono solo foglie semplici.
Ben presto pero’ si accorsero che il vino di Mariani poteva arrecare dipendenza, mentre quello di Buton non presentando tossine pericolose , fu lasciato sul mercato.
La fama del Coca Buton cresceva di giorno in giorno, ma purtroppo come ogni cosa, anche il coca buton doveva avere termine; alla fine della 2 guerra mondiale, i gusti della popolazione erano cambiati, si preferiva il whisky,il moderno Brandy, e cosi’ il Coca Buton scivolo’ pian piano nell’ombra.
Giovanni Buton continuo’ allora la sua attivita’ creando altre tipologie, come La vecchia romagna Buton , un Brandy che ebbe il suo piccolo successo, ma mai riusci’ ad arrivare alla Fama del “Coca Buton”.
@ copyright commons creative Rocco Abazia
tratto dal giornale del barman : www.usaflairbartender.com