PdL-Lega: un’unione tutt’altro che coerente. C’è bisogno di un nuovo governo, ma non di nuove elezioni!
Su una cosa Fini aveva proprio ragione: oggi al Senato Berlusconi ha detto tutto e il suo contrario. Il premier ha parlato per circa mezz’ora davanti ai senatori di Palazzo Madama e li ha invitati ad assumere quel tanto sbandierato senso di responsabilità: «Bisogna trovare il modo di essere uniti e fare l’interesse del Paese» ha affermato. Fin qui tutto normale, se non fosse che dopo sono cominciate le contraddizioni: Berlusconi ha detto che il Paese attraversa un particolare momento di difficoltà, salvo poi affermare che l’Italia ha acquistato reputazione sui mercati e che oggi non è più parte dei problemi dell’economia dell’Europa, ma parte della soluzione dei problemi; ha detto che il nostro debito pubblico (il terzo al mondo, ci preme ricordare) non è sotto attacco; ha detto che vuole dialogare con l’opposizione, salvo poi bocciare in pieno un governo che si intenda con il PD e l’IdV; ha auspicato un patto di legislatura con tutti i moderati, includendo esplicitamente anche FLI e UdC, se non fosse che poco dopo Umberto Bossi abbia categoricamente smentito tale ipotesi, affermando: «L’unica via è quella del voto».
Il problema di questa classe politica è che non ha rispetto e considerazione per gli elettori: li raggira, li rassicura con false promesse, li confonde con linee guida tutt’altro che chiare. Come è possibile che Berlusconi ed il suo più fedele alleato si contraddicano così platealmente nell’arco di cinque minuti e che nessuno sembri scandalizzarsi? Ma le elezioni anticipate sono da scongiurare o non lo sono? Qual è la vera posizione della maggioranza a tal proposito? Non si può affermare che il voto anticipato ci farebbe sprofondare in una situazione drammatica, dato il momento di grave crisi economica, e poi invocarne a gran voce il ricorso: questo sì che non è responsabile. Se nemmeno PdL e Lega sposano davvero la stessa linea politica, ma di quale credibilità e responsabilità vogliamo parlare! Urge che gli italiani prendano coscienza dell’inaffidabilità di chi li governa e tentino la via del cambiamento: la via dell’etica, del rispetto, dell’attenzione ai problemi reali. La via del MUI.
P. Pigliapoco