Berlusconi-fiducia: dopo la prova di forza sembra spuntare un piano B
Il premier oggi dovrebbe riunire i vertici del PdL e quelli della Lega per serrare le fila, in attesa del voto di fiducia del 14 dicembre. La via scelta dal Cavaliere è drastica: rompere ogni trattativa con FLI e UdC e tentare la prova di forza. Il presidente del Consiglio punta dritto ad ottenere la fiducia anche alla Camera, obiettivo che conta di raggiungere, riportando dalla propria parte cinque parlamentari dissidenti. Una volta ottenuta la fiducia il premier cercherà di tirare avanti fino alla prossima primavera, quando certamente verranno indette nuove elezioni. Berlusconi, dunque, rifiuta ogni appello alla prudenza rivoltogli dai suoi fedelissimi e non vuole sentir parlare di possibilità di sconfitta.
Ieri il premier, intervenuto telefonicamente ad una manifestazione del PdL in Emilia Romagna, ha ripetuto che aprire una crisi di governo in questo momento di sofferenza economica sarebbe da irresponsabili; poi ha continuato ad attaccare i suoi avversari Fini e Casini, che aveva già additato come «vecchi maneggioni», accusandoli di voler cambiare la legge elettorale per i propri interessi personali, infischiandosene di quelli del Paese.
Oggi il quotidiano la Repubblica parlava di un piano segreto di Berlusconi, nel caso non dovesse incassare la fiducia alla Camera. Il capo del governo starebbe progettando un piano d’emergenza, spronato dalle “colombe” del suo partito, che lo hanno convinto a considerare la possibilità che Napolitano non conceda le elezioni anticipate, data la grave situazione finanziaria europea. Il piano B consisterebbe nel dare vita ad un governo, guidato da un altro membro del PdL ma con Berlusconi parte integrante dell’esecutivo. Ideale per lui sarebbe rivestire l’incarico di ministro degli Esteri; dirigere la Farnesina, infatti, sarebbe una mossa strategica sotto molteplici punti di vista: Berlusconi ricoprirebbe comunque una carica rilevante in consiglio dei Ministri, potrebbe continuare a mantenere rapporti con le cancellerie straniere e quindi godere di una forte visibilità, condizione necessaria per mantenere puntati su di lui i riflettori, in vista di una ricandidatura alle elezioni del 2013 e alla corsa per il Quirinale. Questione non da poco, poi, sarebbe che il Cavaliere, in quanto ministro, potrebbe usufruire del legittimo impedimento, evitando i processi che lo vedono imputato; sempre naturalmente che lo “scudo” venga ritenuto lecito dalla Corte costituzionale, che si pronuncerà a tal proposito il prossimo 14 dicembre.
Il portavoce del premier, Bonaiuti, ha però smentito categoricamente tutte le illazioni riguardo al piano B, definendole soltanto «fantasie»; non esistono piani d’emergenza: o fiducia o urne.
Ieri intanto il leader UdC Casini ha risposto a Berlusconi, che aveva etichettato lui e Fini come vecchi traffichini, affermando: «Se noi siamo il vecchio, lui è catacombale!». Casini si è poi detto disposto a lasciare il posto ai giovani, anzi ha sfidato il premier a indicarne lui stesso uno come successore; la risposta del Cavaliere è stata prevedibile: «Nonostante l’età devo proseguire alla guida del governo, perché mi dicono che un successore non c’è».
Aspettiamo esausti il 14 dicembre e vedremo finalmente chi la spunterà, con la speranza che dopo torneremo a parlare d’altro, oltre a compravendite parlamentari, ribaltoni, vecchi maneggioni e tutte le cose indegne che la politica di questi ultimi tempi ci ha proposto.
P. Pigliapoco
Ciao,
Questa e’ la settimana di quelli che forse ce la fanno e forse no ma probabilmente si’. Due su tutti:
Celafara’ il biondo Julian a spuntarla con la CIA?
Celafara’ il bitumato Mussoloni a rimanere in sella?
Se non fosse una commedia, questa vita, sarebbe davvero avvincente.
Checche’ ne dica Otelma. Celafara’.