Paradisi fiscali: come conoscerli
Tutti noi sentiamo sempre parlare di questi famigerati paradisi fiscali e oggi sembra sia un problema nel panorama economico italiano e mondiale.
In origine gli inglesi con questo termine avevano definito dei Paesi molto favorevoli fiscalmente.
Gli Stati definiti paradisi fiscali sono Stati a bassa fiscalità o anche nulla e le aziende multinazionali, o grandi investitori , li utilizzano come base per sfuggire a tutti i controlli fiscali del proprio paese. Lo Stato paradiso fiscale riesce ad attrarre investitori e quindi denaro, per la crescita economica, che favorisce il progresso e il benessere dei suoi cittadini,e diventa una scelta positiva economicamente anche per il paese stesso.
Gli investitori riescono a risparmiare molto denaro e addirittura milioni di dollari sfuggendo ai controlli fiscali del proprio Stato, e vanno a rifugiarsi nelle zone paradisi fiscali che sono dette offshore. Queste pratiche, sono dannose per la macroeconomia, dato che il capitale mondiale, va a stanziarsi solo in alcune parti del globo circoscritte. La situazione economica viene così sfavorita per avere solo la crescita di alcuni Stati che dal canto loro stanno cercando modi per arginare il problema.
Per questo ci sono due liste, per dividere i vari paradisi fiscali. Alcuni paesi infatti rientrano nella white list e sono considerati Paesi che collaborano con organismi internazionali come l’Unione Europea o Stati come il Canada o gli Stati Uniti d’America.
Questi Paesi danno modo agli Stati esteri di conoscere i dati di società e conti bancari riguardanti i cittadini sfuggiti ai controlli del proprio Paese d’origine. Tra di questi ci sono la Svizzera, Singapore oppure Malta. Esiste anche una black list di Stati che invece non collaborano con gli organismi internazionali come Panama o le isole Vergini.