La pietra leccese racconta la storia
La pietra leccese racconta la storia. Ovviamente si tratta della storia di Lecce e del Salento, che il tipico lecciso salentino si è lasciato incidere sulla propria scorza di calcare. La storia della roccia salentina, anzi, è ben più ampia, da un punto di vista geologico, rispetto a quella della provincia pugliese, tanto da inglobarla nella propria. Si tratta, infatti, di un materiale che esiste in Salento da milioni di anni, precisamente dall’età miocenica, tra 23 e 5 milioni di anni fa.
I messapi giunsero in Salento dall’est Europa, forse dalla Grecia o dall’antica Anatolia, e furono i primi a giovare della presenza del lecciso: a quei tempi esso fuoriusciva spontaneamente dal terreno, così che potesse essere raccolto e adoperato. Menhir, dolmen e specchie sono le più grande testimonianze che tali tribù potessero lasciare, tra l’VIII secolo a. C. e il 200 a. C. circa. Si tratta di reperti dalla portata storiografica immensa in quanto testimoniano di una cultura lontanissima, e del suo singolare modo di celebrare riti per la Madre Terra e per i defunti.
I Romani utilizzarono la pietra leccese in grande abbondanza per realizzare mura e porte, palazzi e colonnati, che ancora adesso impreziosiscono una città dai mille volti e dai mille trascorsi, tutti puntualmente registrati in un modo o nell’altro. Il regno di Carlo V vide il proliferare di torri d’avvistamento a tutela di una delle coste più contese del Vecchio Continente e che ancora oggi cingono il perimetro dall’Adriatico allo Ionio. Il barocco ha, grazie anche alla presenza della pietra, trasformato l’aspetto urbano di Lecce e di altre città, rendendo il capoluogo il simbolo più pregnante dello stile voluto direttamente dal Papa. Oggi il lecciso diventa souvenir, monile, oggetto di design, espediente estetico e architettonico, alimenta le esportazioni e provoca indotto, attira i turisti e adorna strutture ricettive, storiche, museali. La pietra leccese racconta un passato lontanissimo e nello stesso tempo continua ad arricchirsi di pagine sempre nuove che parlano del Salento e di se stesso.