Il danno e la beffa: il caso Ilva
Le acciaierie Ilva di Taranto, risorsa strategica del Gruppo Riva e dell’economia regionale e nazionale, sono alla mercé dell’uomo e della natura. I guai per questo polo industriale, primo in Italia e secondo in Europa per la produzione e la trasformazione dell’acciaio, non finiscono mai.
Il governo in queste ore ha preparato una bozza di decreto per consentire allo stabilimento di continuare a lavorare ed eludere il sequestro della magistratura. Contemporaneamente un tornado, e non una tromba d’aria come si era detto inizialmente, con venti a 250 km/h si è abbattuto in particolare sull’area industriale siderurgica. Il bilancio della Protezione Civile pugliese è di 38 feriti in tutto. 24 sono operai dell’Ilva. Un operaio è ancora disperso in mare. Gravi danni agli impianti e alle strutture.
Sulla vicenda Ilva importante le dichiarazioni del ministro del Lavoro Elsa Fornero“Non si possono mandare al macero 20mila posti di lavoro” e del ministro dell’Ambiente Corrado Clini “Chiudere è fare un grande favore ai concorrenti, con una moltiplicazione degli effetti dannosi per la salute e l’ambiente”.
Nell’attesa dei risanamenti previsti, al momento il sito dell’Ilva cerca di sollevarsi dai disastri del maltempo. Le ricerche dell’operaio disperso, il ventinovenne che si trovava nella cabina della gru portata via dalla furia del vento e ritrovata dai sommozzatori in mare, alla profondità di 20 metri, sono state sospese.
I Sindacati Fiom, Fim e Uilm hanno confermato lo sciopero di 8 ore ma annullato la manifestazione prevista per il vertice a Palazzo Chigi tra Governo e parti sociali di domani a Roma. Sarà presente solo un piccolo presidio sotto la presidenza del consiglio.