UCRAINA, IL NUDO DIVENTA PROTESTA
“In piazza a manifestare!!”, la frase che tutta Italia vorrebbe sentire in questo momento, un’Italia bloccata e vittima di decisioni politiche che, invece di far uscire il paese dalla crisi a cui è condannata da anni, l’hanno aggravata, come ha affermato il Premier Monti recentemente.
La popolazione sembra incapace di ribellarsi, nonostante si possano constatare dei tentativi di protesta: come la catena umana intorno al Parlamento, proposta e pubblicizzata dai social network, in particolare Facebook; o i continui scioperi dei mezzi di trasporto, che danneggiano chi ancora vorrebbe farsi sentire ma non vuole collaborare. Ciò dimostra come lo stivale risulti un paese poco unito, che non progredisce, in cui i cittadini sono masse lontane dall’informazione e all’oscuro di ciò che accade invece nel resto del Mondo.
Soprattutto in Europa, dilagano invece le manifestazioni, come gli Indignados spagnoli, che devono fronteggiare problemi simili a quelli italiani, come i grossi tagli alla spesa pubblica che lasciano scoperti la sanità e la scuola; e i più recenti Indignados francesi, che si stanno mobilitando contro la politica dell’austerity.
C’è chi si differenzia per originalità: la rivolta delle femministe ucraine Femen, un gruppo di studentesse dai 18 ai 20 anni, che si impegnano per combattere il turismo sessuale, il sessismo e la discriminazione sociale presente soprattutto sul loro territorio, per ricostruire l’immagine dell’Ucraina di paese democratico, con molte opportunità per le donne. Il loro modo di protestare è scendere nelle maggiori piazze, in partenza ucraine, e in seguito europee ed extraeuropee, in topless, “armate” solamente del proprio corpo.
È un’associazione che nasce nel 2008 ma che viene riconosciuta solamente in Francia nel corso dell’estate del 2012, dopo il suo insediamento nel 18° arrondissement parigino, con lo scopo di creare nuovi soldati femministi per una lotta globale alla prostituzione.
Molti episodi di dissenso sono avvenuti col passare degli anni, ed il Campionato Europeo di calcio, in Polonia e Ucraina, è stata l’occasione più ghiotta per queste femministe per farsi sentire: l’evento ha fatto segnare un aumento del degrado, della prostituzione e del turismo sessuale nel paese, ma la reazione è stata forte, come prima della finale Spagna-Italia, dove il leader bielorusso Lukashenko è stato preso di mira.
Il nudo è l’arma utilizzata anche in Canada, dove migliaia di studenti si sono riversati per le strade, così come in Perù, dove a Lima 500 ciclisti svestiti hanno richiesto più sicurezza contro i pirati della strada; ma anche da pompieri nelle Asturie spagnole, contro le misure anti-crisi decise dal governo.
Il movimento Femen è solidale verso il collettivo Pussy Riot, che nel marzo 2012 ha messo in scena un’esibizione nella Cattedrale di Cristo Salvatore contro la rielezione di Putin alla carica di Presidente russo, per la sua campagna e i suoi brogli elettorali.
C’è aria di cambiamento, che si spera tocchi anche l’Italia, dove il primo passo non sarà togliersi i vestiti, ma cominciare a scendere nelle piazze, uniti nel dissenso.