Storia di una atleta che ha partecipato alle Paralimpiadi
Martin Mcelhatton è stato un atleta paralimpico della nazionale di basket in carrozzina della Gran Bretagna. Ed è il presidente di Wheelpower, un’organizzazione che si occupa dello sport in carrozzina in Inghilterra. Ma Wheelpower è anche la proprietaria dello stadio di Stoke Mandeville, la culla delle Paralimpiadi moderne.
Le Paralimpiadi infatti una volta si chiamavano Giochi di Stoke Mandeville, ed erano in principio delle competizioni organizzate per i pazienti con lesioni spinali, in genere veterani della seconda guerra mondiale.
Come racconta Martin McElhatton, fu un neurochirurgo tedesco, fuggito dalla Germania nazista, che per primo capì l’importanza dello sport come elemento di riabilitazione e recupero delle persone con lesioni spinali. Nel 1948 fu organizzato il primo evento ufficiale per uno sparuto gruppo di pazienti del centro per le lesioni spinali di Stoke Mandeville, proprio in concomitanza delle Olimpiadi di Londra.
Come spiega Martin, che è rimasto paralizzato dal busto in giù dopo essere stato investito da un camion mentre andava in bicicletta all’età di 18 anni, i giochi acquistano una rilevanza internazionale nel 1952 quando videro la partecipazione di reduci di guerra olandesi. Nel 1960 i giochi di Stoke Mandeville lasciarono l’Inghilterra per approdare a Roma subito dopo i giochi olimpici, nacquero le moderne paralimpiadi.
Oggi al centro sportivo di Stoke Mandeville gestito da Martin McElhatton vengono offerti tanti sport differenti per ogni tipo di disabilità, motoria, fisica, mentale o disabilità causate da malattie genetiche.
L’obiettivo è quello di far vivere lo sport a queste persone come parte attiva della loro vita e non solo come aspetto riabilitativo. Poi…qualcuno più bravo degli altri, può anche aspirare a diventare un atleta paralimpico e fare dello sport una ragione di guadagno e di vita. Una ulteriore possibilità di riscatto e affermazione alle persone disabili.