Sbarretti porta al cinema la vita di un personaggio troppo vero per piacere a tutti
Andrea Sbarretti, sfida la chiesa, lo stato e la politica. E lo fa mettendo in scena la vita di un personaggio scomodo, quel Don Pierino Gelmini, accusato di abusi sessuali, nei confronti di alcuni ex ospiti della Comunità Incontro di Amelia. Sarà un Don Pierino anticlericale, a tratti scorbutico, ma di certo vero. Un uomo, prima ancora che un sacerdote, una figura atipica, nel panorama ecclesiastico e mal visto dalle istituzioni per la sua lotta contro il metadone. Non credo che l’umanità si possa distinguere tra angeli e diavoli. Come disse Andreotti, siamo tutti dei medi peccatori.
La vicenda ripercorrerà tutte le fasi più importanti della storia del sacerdote: dal 1963, anno esatto in cui iniziò tutta l’epopea di Don Pierino, passando per il 1979, anno di insediamento al Molino Silla di Amelia.
Andrea Sbarretti, 37 anni, autore di 2 film, ha un metodo espressivo molto ricercato. Dedica molto tempo alla scelta della colonna sonora, non a caso definisce il cinema, come la giustapposizione tra immagini e musica. Predilige inquadrature fisse, ordinate ed è proprio nell’ordine che impregna il suo stile narrativo, sobrio ed asciutto, con scenografie e recitazione minimaliste, controllate, non eccessive; una mano, la sua, tipica di quel cinema d’autore, di cui ormai in Italia, se ne sono perse le tracce.