Mutui casa: torna a crescere la domanda…
Le erogazioni di prestiti per l’acquisto di abitazioni sono riprese dopo due anni di ristagno con un incremento del 19 per cento.
Torna a crescere la domanda di mutui per comprare una casa in Italia nel 2010. Dopo essere diminuite per due anni consecutivi, segnala la relazione annuale della Banca d’Italia, le erogazioni di prestiti per l’acquisto di abitazioni sono aumentate del 12% rispetto all’anno precedente, risultando pari a 57 miliardi. Non considerando surroghe e sostituzioni l’incremento è stato pari al 19%.
A confermarsi è la forte propensione degli italiani per il tasso variabile. Oltre l’80% dei nuovi mutui è stato concesso con questa modalità, un valore doppio rispetto al dato registrato per l’area dell’euro. Particolarmente rilevante anche la quota dei contratti che prevedono un limite massimo al livello dei tassi e di quelli che consentono di allungare la durata o di sospendere temporaneamente i pagamenti senza costi addizionali, pari nel 2010 rispettivamente al 23 e al 26%.
Il rapporto medio tra i prestiti concessi e il valore dell’immobile, che prima della crisi era prossimo al 65% si è ridotto al 61%. In calo dal 26 al 22% la quota di mutui con durata superiore ai 30 anni e dall’8 al 5% quella dei finanziamenti con un rapporto con il valore dell’immobile superiore all’80%.
Bankitalia stima anche che il servizio del debito per i mutui relativi alla casa di residenza, pari a circa il 17% del reddito delle famiglie che avevano un mutuo alla fine del 2008, si sia andato riducendo nel biennio successivo. Circa 600.000 famiglie, il 2,4% del totale, hanno tuttavia un servizio del debito superiore al 30% e di queste oltre la metà appartiene al quartile di reddito più basso.
Sino alla scorso marzo avevano invece beneficiato della sospensione del pagamento delle rate promossa dall’Abi circa 43.000 famiglie, con un debito residuo pari a circa 5 miliardi, poco meno del 2% delle consistenze in essere. Si stima che le moratorie relative a mutui in arretrato nei rimborsi rappresentino meno di un decimo dei mutui totali con ritardato pagamento della rata.