Crisi del turismo? Bene per gli agriturismi
Nel 2010 sono state registrate, nel settore turistico, un calo di presenze del 14,5%. In quest’ottica, il risultato degli agriturismi, che hanno chiuso al meno 6,5%, è positivo. Sono questi i dati diffusi da Agriturist, l’Associazione Nazionale per l’Agriturismo di Confagricoltura, che sostiene che il turismo verde è per molti la nuova risposta a un tipo di vacanza diverso.
Un sondaggio dell’Osservatorio Nazionale del Turismo dice che tra le cose che un turista prende in considerazione per valutare la buona riuscita della sua vacanza c’è, al primo posto, la cordialità di chi lo ospita che, per la maggior parte degli intervistati, significa “turismo verde” e agriturismo, che offrono atmosfere più famigliari. Tra le preferenze seguono la qualità e la genuinità dei cibi, la possibilità di fare attività alternative, la qualità dell’alloggio e l’ambiente (natura, ecologia, paesaggio). L’offerta culturale, per gli italiani, viene solo al settimo posto, ma sale al quinto per i turisti stranieri.
Secondo Giorgio Lo Surdo, direttore di Agriturist, i turisti stranieri impazziscono per tutto quello che è turismo “non-convenzionale” e su questo bisogna investire: «Tutte le aziende agrituristiche constatano che gli stranieri rimangono addirittura all’interno delle strutture. Le nuove frontiere sono queste». Il problema, secondo Lo Surdo, è che si fa ancora poco per queste strutture: «Quando il politico pensa al turismo pensa alle proprie vacanze. A parte gli annunci, tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni hanno fatto ben poco di concreto».
La visione di Agriturist viene confermata anche dal rapporto “Turismo sostenibile ed ecoturismo” pubblicato dalla Fondazione Univerde e Ipr marketing all’inizio del 2010. Secondo questi dati per l’83% degli italiani la vacanza sostenibile è una necessità, mentre il 65% si preoccupa degli eventuali danni che una vacanza non oculata potrebbe procurare all’ambiente.