Brambilla: sì all’apertura dei negozi nei giorni festivi
Il primo maggio è alle porte ed è già polemica.
I sindacati, infatti, sono in guerra sulla proposta di Confcommercio di tenere aperti gli esercizi per la Festa del Lavoro perché, sopratutto per le città turistiche, si tratta di un’opportunità enorme di guadagni. Molti negozi, infatti, hanno deciso di rimanere aperti a Verona, Bassano, Treviso, Jesolo, Caorle, Bibione e Sottomarina.
Questa decisione è possibile in virtù delle deroghe sulle aperture dei negozi nei centri turisti e nelle città d’arte, grazie al fatto che il Primo Maggio è sì, festa nazionale, ma è anche una domenica. Contraria la Cgil, che ha indetto assemblee per organizzare uno sciopero affinché il giorno dei lavoratori resti un giorno di non-lavoro. La Cisl, invece, è più possibilista e lascia ai suoi iscritti la possibilità di scegliere cosa fare su base territoriale: «La decisione dovrebbe essere presa luogo per luogo, da parte dei sindaci, con i sindacati e le imprese», ha sostenuto il Segretario generale, Raffaele Bonanni.
Nello scontro ha preso posizione il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, che ha sostenuto che «liberalizzare l’apertura dei negozi nei giorni festivi può dare alla nostra economia la “frustata” di cui ha bisogno». Il Ministro, infatti, da tempo è a favore di un disegno di legge che permetta di liberalizzare gli orari degli esercizi commerciali, soprattutto nei comuni a vocazione turistica. «Mi ha fatto molto piacere apprendere che le associazioni di categoria del turismo e del commercio, attraverso la voce del vicepresidente di Confcommercio e presidente di Confturismo, Bernabò Bocca, e del presidente della Confcommercio romana, Cesare Pambianchi, chiedono l’apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi, e in particolare il prossimo primo maggio. Un appello che non solo raccolgo con piacere ma che vede la mia piena condivisione, al punto che gia’ da tempo sto lavorando in questa direzione. (…) Plaudo quindi alla lungimiranza dei vertici di Confcommercio -conclude la Brambilla- che con la presa di posizione odierna dimostrano di aver ben compreso come la liberalizzazione degli orari non avvantaggerebbe solo la grande distribuzione, ma anche il piccolo commercio».