Bambini felici. Un genitore sa come fare?
Vedere i propri bambini felici è (o dovrebbe essere) l’obiettivo di ogni mamma e papà.
Anche nelle scuole, ogni educatore e maestro cerca di fare del suo meglio oltre che sul piano formativo, anche sul piano relazionale, cercando di avere alunni che si possano ritenere bambini felici. La felicità è, tuttavia, un obiettivo della vita su cui l’umanità si interroga fin dalla notte dei tempi. Se, nelle nostre riflessioni, arrivassimo ad un concetto definito di felicità potremmo vivere in maniera tale da comunicarlo ad un figlio, comunicargli quindi come essere felice.
Ovviamente, nessuno conosce la formula perfetta per crescere bambini felici e quindi un genitore non può far altro che impegnarsi con tutte le sue energie.
Per un genitore, la consapevolezza di cosa significhi il concetto di felicità è il modo migliore per partire nel percorso di educazione di un figlio.
Crescere bambini felici, non vuole dire avere figli perennemente appagati, contenti e che sorridono sempre, perché un bambino si può ritenere di vivere nella felicità solo se diventa forte e solido, e se riesce a comprendere e assimilare le situazioni sia positive sia negative.
La vita, infatti, è “minata” anche (ma non solo!) da eventi che possono non piacerci, addirittura arrecarci dolore e sconforto.
Le situazioni della vita di questo genere devono essere interpretate come un’opportunità per ripartire: ci si ferma, si elabora quanto accaduto e si riparte.
Deve essere cosi sia per adulti che per bambini felici. È fuorviante ed erroneo dire ad un figlio che la vita è fatta solo di gioie. Inoltre, è necessario favorire nel proprio figlio lo sviluppo di un sistema di sicurezza sia a livello interiore (consapevolezza delle proprie capacità, autostima, ecc …) che a livello esteriore (capacità di comunicare e di relazionarsi con le altre persone). Per avere bambini felici, bisogna quindi crescere bambini che sono abituati alla vita, cioè abituati a superare i momenti spiacevoli e ad apprezzare quelli stupendi.