I bicchieri da whisky e la degustazione dello scotch
Per molti bere un superalcolico è un culto, un momento di ristoro da condividere o da assaporare in solitaria: la venerazione per il whisky nasce dal fatto che questa bevanda ha un aroma forte, pungente, un sapore torbato che resta in bocca a lungo, un retrogusto persistente che riempie il palato. Va sorseggiato, non bevuto, va amato con lentezza e con una certa mentalità, esattamente come tutti i liquori.
La degustazione deve partire dal calice giusti, perché i bicchieri da whisky valorizzeranno il contenuto, esalteranno le caratteristiche intrinseche del prodotto scelto. Il bicchiere a tulipano è di certo la scelta ideale, ma anche un bicchiere da champagne o da vino possono essere un buon compromesso: l’aroma si concentra nei pressi del collo del bicchiere, il whisky può essere agitato ma non versato.
Si comincia versando una piccola quantità di whisky e agitando con delicatezza in modo che il liquore formi una pellicola sui bordi, in modo che il liquore possa respirare scivolando all’interno del bicchiere. A questo punto entra in gioco l’olfatto, avvicinando e allontanando il naso al calice per una trentina di secondi si potranno cogliere tutte le caratteristiche del whisky.
Poi il gusto, con un piccolo sorso che riveste la lingua e viene agitato in bocca, che riempie i sensi. Facendo scendere il liquore in gola si apre leggermente la bocca, il retrogusto diventa più persistente, i sapori creano strati ricchi di complessità. Aggiungendo un po’ d’acqua (circa il 30 per cento) le sensazioni cambieranno, il gusto anche: resterà il puro piacere di un’esperienza da ripetere.