La consulenza tributaria è indispensabile per orientarsi nel labirinto italiano

Che le attività produttive ed economiche italiane debbano fare i conti con tassazioni elevate (per non dire inique) è ben più di una percezione, anzi è un dato di fatto. Lo rivela, nero su bianco, il rapporto Doing Business 2015 elaborato dal Centro Studi ImpresaLavoro, che evidenzia come il nostro paese sia il fanalino d’Europa se si parla di tasse sulle aziende.

Il prelievo fiscale complessivo che nel 2014 hanno dovuto affrontare le imprese italiane è stato pari al 65.4%, e ha registrato un impercettibile miglioramento rispetto al 65.8%. Tuttavia le buone notizie finiscono qui, dal momento che a livello internazionale il nostro paese ha perso ulteriori posizioni nella classifica che premia la facilità fiscale per le imprese: siamo passati dal 137° al 141° posto nel mondo.

L’elevata pressione fiscale è sicuramente una delle negatività che maggiormente vengono percepite dalle imprese, ma anche la complessità del sistema viene additata come un problema serio a causa della sovrapposizione di tasse, imposte, tributi e altri balzelli di varia natura.

Basti pensare che considerando IVA, IRAP, IRES, tasse sugli immobili, versamento dei contributi INPS e altre imposte, ogni imprenditore italiano è costretto a interfacciarsi con il fisco mediamente 15 volte all’anno. In Svezia solo sei, e in Francia 8!

Alla luce di questi fatti emerge chiaramente che le aziende italiane non solo non possono rinunciare a ricorrere alla consulenza tributaria, ma devono anche scegliere in modo accurato i professionisti a cui affidarsi. Per ogni esigenza a Parma si potrà contare sullo Studio Frattini, al servizio delle aziende e delle imprese dal 1984.