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Emorroidi esterne, che fare? Evitiamo il fai da te e rivolgiamoci a uno specialista

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Una persona su due soffre o soffrirà di emorroidi entro il compimento del cinquantesimo anno di età: è questa l’impietosa fotografia della diffusione di questi problemi proctologici nei paesi industrializzati, secondo quanto riportato da una delle ultime edizioni della Gale Encyclopedia of Medicine.

Avere a che fare o meno con questi problemi non è solo una questione di fortuna. Certo la genetica e la familiarità giocano un ruolo fondamentale, ma persino più importanti sono le scelte salutari che si compiono nella vita di tutti i giorni come attività fisica regolare, consumo di un’alimentazione variata e ricca di fibre, attenzione all’assunzione di almeno un paio di litri di liquidi ogni giorno: tutto ciò che, in sostanza, aiuta a prevenire la stipsi che è fra le più significative cause delle patologie emorroidarie.

Quando però si soffre di emorroidi in modo serio e continuativo, potrebbe non essere sufficiente quanto detto sinora. I casi in cui i problemi vanno ormai ben al di là della capacità “curativa” e “preventiva” di uno stile di vita sano sono quelli soprattutto riguardanti il prolasso, vale a dire la comparsa di emorroidi esterne che nelle situazioni più complesse non possono più tornare nella loro sede originaria.

A questo punto una visita dal proctologo è assolutamente consigliata, per non dire indispensabile: solo lo specialista potrà fare il punto della situazione e prospettare la cura migliore per il paziente, che potrebbe anche includere il trattamento chirurgico. Oggi esistono metodi estremamente sicuri ed efficaci per risolvere definitivamente i problemi di emorroidi più gravi, come ad esempio il THD Doppler.

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