Le imposte sul mutuo prima casa
Le ultime novità legislative in materia fiscale per la casa.
Nello stipulare un contratto di mutuo non si va incontro soltanto a un esborso finanziario prolungato nel tempo, definito a seconda del singolo contratto in termini di rate, eventuali anticipi e così via, ma è necessario anche assolvere alcuni obblighi di legge in materia d’imposta. Questi variano in base ad alcuni dati: in primis, se il soggetto che eroga il finanziamento è, come di norma, una banca oppure una società finanziaria; in seconda battuta, se si parla di imposte mutuo prima casa o seconda.
Se il soggetto erogatore non è una banca, le tasse sono numerose, anche se non di entità proibitiva: l’imposta di registro fissa sul contratto di finanziamento, l’imposta proporzionale sulle garanzie rilasciate da soggetto diverso dal debitore, l’imposta proporzionale ipotecaria per l’iscrizione e la cancellazione delle ipoteche concesse, l’imposta fissa di bollo sul contratto di finanziamento e sulle ricevute di pagamento delle rate e l’imposta proporzionale di bollo sulle cambiali rilasciate.
L’imposta sostitutiva
La situazione delle imposte è analoga quando l’immobile che si acquista viene direttamente comprato da un privato. Il regime cambia quando a erogare il finanziamento è invece una banca. In questo caso il contratto di mutuo è assoggettato a una speciale tassazione che viene detta imposta sostitutiva sui finanziamenti, introdotta per limitare l’esborso finanziario da parte del contraente e per semplificare un processo che può diventare molto complicato, a fronte di una tipologia di finanziamento che viene scelta da gran parte degli italiani, anche chi non ha a propria disposizione un commercialista.
Una benvenuta semplificazione
In sostanza, l’applicazione in caso di mutuo erogato da una banca dell’imposta sostitutiva determina l’esenzione da gran parte degli altri obblighi, e più specificamente dall’imposta di bollo, dall’imposta di registro, dalle imposte catastali e ipotecarie e infine dalle tasse sulle concessioni governative. Le cambiali rimangono invece ancora sottoposte a una specifica imposizione, anche se a un tasso decisamente minore: 0,1 per mille invece del dodici per mille. Anche se a livello teorico a pagare l’ammontare è la banca, nella totalità dei casi lo stesso istituto di credito applica una maggiorazione nel mutuo a copertura di queste spese.
Occhio alla “prima” casa
L’ammontare dell’imposta varia a seconda della finalità del finanziamento: le imposte sui mutui prima casa così definite ammontano a uno 0,25% del totale erogato, mentre negli altri casi la percentuale è del 2%. È bene notare che la dicitura “prima casa” non si limita a indicare l’abitazione principale di chi contrae il mutuo, ma è un’etichetta ben precisa sulla cui natura è fondamentale informarsi prima di firmare il contratto per non doversi trovare a spendere molto più denaro. Infatti, il contraente è tenuto a presentare contestualmente una dichiarazione per dimostrare che l’immobile in fase di acquisto non rientra tra le categorie costrette al pagamento del 2%.