Dai dadi egizi a Internet: oltre 5000 anni di “azzardi”
Grande è l’attrattiva che il gioco esercita sull’uomo da oltre cinquemila anni. Le prime tracce, risalenti al 3000 a.C., testimoniano che il gioco dei dadi era conosciuto e praticato presso gli egiziani, ma anche in India, Giappone e Cina.
Le scommesse intorno a questo passatempo fanno la loro comparsa nella mitologia greca e gli antichi romani erano conosciuti in tutto l’impero come accaniti giocatori. A rivoluzionare l’intero universo del gioco è stata, senza dubbio, l’invenzione della carta che ha favorito la nascita e la diffusione di attività ludiche prima in Oriente e successivamente nel vecchio continente. A partire dall’anno Mille, in seguito alle crociate in Terra Santa, cominciano a diffondersi le carte, ma la nascita e il commercio di veri e propri mazzi avverrà solo dal XIV secolo. In origine i mazzi, realizzati in maniera artigianale, ritraevano immagini familiari oppure magiche e divinatorie, espressioni dell’immaginario comune. La produzione in serie, consentita dalla stampa, segna il punto di svolta e da allora il successo delle carte è inarrestabile, tanto da soppiantare in breve tempo il gioco dei dadi.
Sempre al Medioevo risalgono le prime lotterie, nate per volontà dei governi per sostituire le tasse. Con il Rinascimento l’Europa assiste ad un affinamento e ad un ulteriore sviluppo dei giochi d’azzardo, culminato nel XVII secolo con la comparsa della prima Roulette, inventata dal celebre filosofo e matematico Blaise Pascal: nata, in un primo momento, come uno strumento utile agli studi sul moto perpetuo ben presto, con una serie di piccole modifiche, diviene un gioco apprezzato dall’alta società. Importate con le Crociate direttamente dall’Oriente iniziano a diffondersi le prime forme di poker. È il 1638 quando a Venezia apre il primo casinò, ancora oggi il più antico tra quelli operanti.
Nelle sue sale si poteva giocare a coltelli, a dadi, a domino e a carte, un insieme di giochi, ma soprattutto di espressioni di culture ed epoche diverse.
Con la scoperta dell’America il gioco d’azzardo vive una nuova epoca e assume la veste definitiva che tutti conosciamo. Prendono vita le prime slot machine e il poker viene codificato e giocato nei saloon così come nelle prigioni.
Nel nuovo continente, emblema della fortuna e meta di avventurieri e nuovi ricchi, nascono i Casinò, polo d’attrazione e simbolo di lusso, come quelli di Las Vegas. Negli ultimi anni la rivoluzione del gioco è andata di pari passo allo sviluppo e alla diffusione di internet che ha favorito la fioritura di casinò online e di complessi sistemi di gioco per cui basta un clic per collegarsi e giocare, stando semplicemente davanti uno schermo.
La Dea Fortuna, tra credenze e superstizioni
Se per molti la fortuna è una superstizione, per altri la dea bendata è una questione da prendere in considerazione seriamente. Per ingraziarsela si ricoprono di amuleti, talismani e portafortuna di ogni genere e i credenti più devoti non esitano a ricercare “raccomandazioni divine” ricorrendo a riti e formule per attirare la buona sorte. In tutte le culture sono presenti una serie di oggetti considerati “portafortuna”. Basti pensare agli amuleti, piccoli oggetti che nella credenza popolare dovevano essere portati con sé per preservarsi dalle malattie e proteggersi dagli influssi maligni. Le prime forme di amuleti erano costituite da ossa, denti o corna di animali e con le successive età del ferro e del
bronzo vennero sostituite da oggetti in metalli nobili, pietre preziose o piante officinali.
I talismani, invece, dovevano essere indossati come polo d’attrazione delle forze benevole, non come oggetto di protezione. Per rafforzare il potere era fondamentale che l’oggetto riportasse incisioni o raffigurazioni e che fosse investito dei suoi poteri all’interno di un rito religioso.