Il turismo responsabile ha il suo label
In Italia sta nascendo un nuovo strumento nel mondo del turismo, il Corporale Social Responsibility in Tourism (CSR Tourism), una sorta di etichetta, valida su scala internazionale, che servirà ad identificare le aziende e, in generale, gli operatori del settore turistico, che sono attenti all’impatto sociale della loro impresa, quindi alla “responsabilità” sociale e aziendale del loro lavoro.
Il CSR Tourism vuole rispondere a domande come: qual è l’impatto ambientale di una vacanza? In cosa influiscono i viaggi sull’ambiente naturale? Quanto incide un villaggio turistico sull’economia ambientale del suo territorio? I dipendenti dei villaggi o delle strutture turistiche sono pagati in maniera degna? Le risorse naturali (acqua, luce, gas) sono utilizzati in maniera equa? I produttori locali sono rispettati?
Il marchio CSR Tourism è già stato adottato da diverse aziende tedesche, svizzere e austriache. In Italia è promosso dallì Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale (ICEA) e dall’Associazione Italiana di Turismo Responsabile. Lo scopo ora è diffonderne la conoscenza e l’adesione anche in Italia: «I tour operator che si doteranno di questa “etichetta” dimostreranno di aver preso in esame la propria attività e di aver rispettato criteri quantitativi e qualitativi a livello sia ambientale che sociale», spiega Paolo Foglia, Responsabile Ricerca e Sviluppo a ICEA.
Il CSR Tourism verrà presentato venerdì 9 settembre a Bologna durante “Sana: il Salone internazionale del naturale”. Si tratta delle ventitreesima edizione di un evento che si occupa di natura, corpo e ambiente: un pubblico sensibile quindi agli argomenti di un turismo responsabile, sostenibile e rispettoso dell’ambiente.