Il Salento dice “no” alla tassa di soggiorno
Tutte le associazioni di categoria del Salento hanno rifiutato la tassa di soggiorno.
In una conferenza stampa, il 27 giugno scorso, alla quale hanno partecipato il Presidente della Camera di Commercio, Alfredo Prete, quello di Confindustria di Lecce Turismo, Andrea Montinari, quello di Assoturismo Confesercenti, Massimo Rota e quello di Federalberghi, Mimmo di Santis le associazioni hanno spiegato il motivo del loro dissenso: i comuni, in particolare Otranto, Giurdignano e Salve, hanno semplicemente “imposto” la nuova tassa senza consultarsi con le associazioni. Queste ultime sostengono che i comuni “hanno confuso la tassa di soggiorno con un mezzo per risanare i loro bilanci”.
«In un Salento in cui il turista che arriva all’aeroporto di Brindisi impiega 16 ore per raggiungere Leuca con i mezzi pubblici invece di parlare dei problemi infrastrutturali del territorio e di pensare a servizi da offrire per fra crescere quel 6% di Pil del comparto turistico si vessano i turisti e le strutture ricettive: una pazzia», ha sostenuto Montinari di Confindustria.
È, ad esempio, quello che è successo a Otranto, dove il sindaco, Luciano Cariddi, ha detto che userà la tassa di soggiorno per coprire il buco di bilancio causato dallo smaltimento dei rifiuti. Montinari continua dicendo che la tassa di soggiorno può essere una forma per frenare il turismo:
«il 30-40% dei turisti tedeschi, grandi frequentatori del Salento, non amano la tassa di scopo ritenendo, inoltre, che il turismo italiano sia a rischio fregature e mancante di rapporto qualità/prezzo è facile immaginare quale sarà la ricaduta sul nostro territorio nei prossimi anni».
Per Massimo Rota, di Assoturismo, si tratta semplicemente di una «tassa medievale» applicata in maniera confusa e ineguale e, soprattutto, senza ricadute positive nel settore turistico.
«Incentivi, quindi, non sanzioni per una terra, il Salento, che tra poco dovrà nuovamente confrontarsi con il ritorno sul mercato dei paesi del bacino del Mediterraneo», ha concluso Mimmo De Santis di Federalberghi.