Umbria: abusivismo nei viaggi per 6,6 milioni di euro
La Fiavet-Confcommercio Umbria (Federazione Italiana Associazioni Imprese di Viaggi e Turismo) lancia l’allarme: i dati Isnart dicono che l’abusivismo ha un volume d’affari di 6,6 milioni di euro, che corrisponde a un mancato gettito di Iva di 1,3 milioni di euro.
Per Fiavet-Confcommercio si tratta di un «gravissimo danno economico provocato dall’abusivismo nei viaggi» e di un «mercato parallelo che mina alla base la stabilità delle aziende, mette in serio pericolo i consumatori e determina un buco sostanziale nelle casse dell’erario». Lo hanno detto le ad una conferenza stampa otto associazioni dei consumatori – Acu, Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Movimento Consumatori, Movimento difesa del cittadino, Unione Nazionale Consumatori – riunite per denunciare il problema.
Le associazioni parlano di una realtà grave e conosciuta, più volte denunciata, ma assolutamente ignorata: «Noi non vogliamo fare i controllori non è nostro compito e non ci compete. Eppure negli anni abbiamo presentato ai Comuni, gli organi preposti ai controlli, e in alcuni casi reiterati anche alla Procura della Repubblica e alla guardia di finanza, denunce su denunce di soggetti che organizzano viaggi abusivamente, sprovvisti della relativa autorizzazione o contravvenendo altre regole. In particolare negli ultimi anni abbiamo presentato 39 segnalazioni di situazioni da controllare a 12 Comuni. In alcuni casi la stessa ipotesi di irregolarità è stata segnalata anche fino a 6 volte. In 26 casi non c’è stata nessuna risposta. Sul problema abbiamo avuto incontri ripetuti anche con sindaci ed assessori. La conclusione? Che gli abusivi sono ancora lì, perché i controlli non vengono fatti o perché, le rare volte in cui sono effettuati, la sanzione pecuniaria è irrisoria rispetto a quanto lucrano con la loro attività fuorilegge», ha sostenuto il Presidente Fiavet Fortunato Giovannoni.
Per Fiavet si tratta di una situazione insostenibile che se non verrà risolta rischia di portare a misure “estreme”: l’associazione si è detta pronta a chiamare tutti i suoi aderenti all’abusivismo, visto che sembra più lucrativo, in Umbria, che lavorare alla luce del sole.
«Chiediamo anche che sia aperto un tavolo di confronto che coinvolga Regione, Anci e Province. (…) Così come chiediamo che ci sia una valorizzazione attraverso campagne informative e materiale di comunicazione ad hoc delle agenzie di viaggio legali, come ha fatto l’Apt di Firenze, o la Regione Emilia Romagna», ha concluso Giovannoni.