Fiat 500: terzo raduno nazionale
A Riccione la sfilata per le vie del centro delle piccole automobili e la mostra di vecchi oggetti
Per il terzo anno consecutivo, la Riviera romagnola sarà la protagonista del Raduno nazionale delle Fiat 500, imperdibile appuntamento per gli amanti dell’auto che ha fatto la storia del nostro Paese. Il 6 marzo, Riccione ospiterà i membri del Fiat 500 Club Italia, che sfileranno per le vie della città partendo da piazzale Roma.
Una giornata speciale che prevede una serie di appuntamenti durante tutto il corso della manifestazione. Il più importante è senza dubbio quello della sfilata delle piccole auto che, partendo dalla Perla Verde, attraverseranno Cattolica, Misano, San Giovanni in Marignano e Montegridolfo.
Il Raduno Nazionale delle Fiat 500 prevede anche un mercatino e una mostra scambio di oggetti del passato per tutti i nostalgici e gli amanti delle atmosfere retrò. Inoltre, in occasione dell’imminente Festa della donna, a tutte le partecipanti al raduno verrà offerto un piccolo omaggio floreale. Tanto divertimento e un’occasione per condividere la passione per la mitica automobilina italiana, quello offerto dal terzo Raduno nazionale delle Fiat 500, che dalle 8.30 del mattino del 6 marzo aprirà le iscrizioni alla manifestazione.
“La più amata dagli italiani”: quale migliore espressione si potrebbe usare per definire sinteticamente la Fiat 500? La storia di questo “ovetto” è la storia dell’Italia del secondo dopoguerra. Di un paese che, stanco degli stenti di un doloroso conflitto mondiale, retoricamente “sognava l’America”.
Era semplicemente l’inseguimento di un sogno di benessere diffuso, di tranquillità sociale che in quegli anni finalmente faceva capolino. È in questo contesto che la 500 si affaccia sul mercato: un mercato fatto di proletari che sognavano di pensionare la Vespa e la Lambretta per una vera quattro ruote e di una borghesia che pian piano cercava una piccola macchina per muoversi più velocemente.
La nascita della Fiat 500 è stata, nel suo complesso, abbastanza lunga: le prime avvisaglie di una nuova, rivoluzionaria, utilitaria Fiat risalgono addirittura al 1936. Spinta evidentemente dal Fascismo, la Fiat rincorreva sin dagli anni Venti il concetto di auto per tutti, che si concretizzò prima con la Balilla e poi con la 500 “Topolino”, ma in entrambi i casi il risultato riuscì in parte. Si era alla continua ricerca “dell’auto minima perfetta” per motorizzare l’Italia e la casa torinese era particolarmente attenta a tutte le novità progettuali al riguardo. Il 18 ottobre del 1955 i prototipi dell’utilitaria furono approvati e nacquero ufficialmente la Fiat Nuova 500 e l’Autobianchi Bianchina: forse il primo vero esempio di sinergie produttive in ambito automobilistico.
Ben presto i prototipi della 110 Fiat e Autobianchi solcarono le strade intorno a Torino e già dal 1956 la stampa specializzata diffuse le prime foto delle 110: prototipi di fatto molto simili alla versione definitiva. Il ’72 fu l’anno dell’ultima 500, la R, “Rinnovata”