L’aumento del petrolio ci costerà l’1% del Pil?
Anche ieri il prezzo del petrolio è aumentato arrivando alla quotazione di 106 dollari a barile..
Ma tutto questo come e quanto impatterà con la ripresa economica del paese che già va a rilento? A dichiarare i costi che causerà l’aumento del prezzo del petrolio con le ripercussioni soprattutto nei trasporti è il Centro Studi di Confindustria che calcola un costo dell’1% sul PIL nazionale nel corso del 2011-2012 e un impatto maggiore per l’anno successivo…
Tutto questo si sta ripercuotendo come già tutti sappiamo sulla benzina che ha già superato i massimi prezzi storici che si erano verificati nel 2008 nonostante il costo del petrolio a barile era ben più alto: 147 dollari.
Il punto di vista di Confindustria per attenuare il più possibile il costo sulla nostra economia: “sarebbe molto attenuato qualora rientrassero rapidamente le turbolenze politiche nei paesi esportatori di beni energetici e la Banca centrale europea non varasse rincari seriali del denaro…” Purtroppo questi sono 2 aspetti su cui non si ha il controllo e nessuno può prevedere come sarà l’esito delle rivolte in Libia o come la Bce si muoverà…
Per quanto riguarda la ripresa economica, i dati di Confindustria sono che ancora la situazione va a rilento, dove a spingere di più l’economia è la domanda estera, rimanendo ancora fiacca la spesa delle famiglie e la propensione all’investimento con le banche che sono sempre più diffidenti a concedere soldi.
Per il fronte lavoro, Confindustria vede un 2011 positivo, dove si dovrà far meno ricorso alla cassa integrazione e per avere una ripresa si dovrà spingere maggiormente sul fronte dello sviluppo: “La creazione di posti di lavoro risente di produttività e orari molto lontani dai livelli pre-recessione”