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Ultimi censori “A Caccia d’Autore”…

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“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la mia vita affinché tu lo possa dire…”

(Voltaire)

AUTORI “SCOMODI” AL POTERE: IN ARRIVO UN “INDICE DEI LIBRI PROIBITI”?

Nel Veneto hanno iniziato a circolare “liste di proscrizione” di autori “sgraditi” al centrodestra, dei cui testi vari amministratori locali avrebbero chiesto la rimozione da ogni scuola e biblioteca pubblica!

Primo in lista? Ovviamente Roberto Saviano!

Un recente servizio del Tg3, infatti, ha rivelato come nella biblioteca civica del comune di Preganziol (seguita a ruota da altre Amministrazioni) “Gomorra” (best-seller venduto in “2 milioni” di esemplari solo in Italia e tradotto in “43 lingue” nel mondo) è stato ritirato dagli scaffali!

La motivazione ufficiale del “bando veneto” sarebbe la necessità di una presa di distanza dai cd. “autori pro-Battisti”, firmatari nel 2004 di un appello per la liberazione di Cesare Battisti.

Autori che, in realtà, non hanno certo “inneggiato al terrorismo”, limitandosi piuttosto a sollevare dubbi sulla regolarità del processo -a loro dire, “sommario”- a carico del terrorista rosso e ad invocare un “atto di clemenza” in favore dello stesso per chiudere la pagina nera degli “anni di piombo” senza l’ostinata ricerca di “capri espiatori”.

Com giudicare tale forma di “boicottaggio letterario”?

Francamente l’appello alla “gogna mediatica” lanciato da alcuni esponenti pidiellini veneti, Paride Costa e Roberto Bovo (e prontamente raccolto, tra l’altro, dagli assessori alla Cultura della provincia di Venezia e della regione Veneto), a danno di intellettuali responsabili semplicemente di avere offerto una “lettura diversa” di una vicenda (storica, umana e giudiziaria) così complessa, appare un atto d’inaccettabile arroganza, di “terrorismo culturale”!

E’ di chiara evidenza che il caso Battisti sia solo un pretesto per “mettere all’indice” alcuni scrittori “scomodi”, per imbavagliare -in qualche modo, “punire”- qualsiasi forma di esplicito “dissenso”, per avallare una “porcata censoria” bella e buona!

Lo conferma il fatto che Saviano, bersaglio principale dell’iniziativa, da oltre un anno abbia già ritirato la sua firma in calce all’appello “incriminato”.

Considerando, poi, che i primi inviti ai bibliotecari affinché rimuovessero i libri di Saviano dalle biblioteche sarebbero circolati subito dopo la trasmissione-evento “Viani via con me”, si tratta forse di una “ritorsione” in risposta alle recenti polemiche tra lo scrittore di Gomorra e il ministro Maroni???

Il fatto stesso che si concepisca una simile “provocazione” è sintomatico della “bassezza etica e morale” raggiunta da una classe politica che offre segni sempre più evidenti di “squilibrio e intolleranza”.

Alcuni amministratori pubblici hanno dato l’impressione, infatti, di voler amministrare un bene pubblico -quale la Cultura- come se si trattasse di una “cosa loro”!

Siamo al “delirio d’onnipotenza”, al superamento di ogni “limite di decenza”!

Il clima che si cerca di fomentare è da vera e propria “caccia alle streghe” (o ai “Premi Strega”, quale Tiziano Scarpa!), che rischia di alimentare l’odio politico nei confronti di chi manifesta un minimo “spirito critico” nei confronti del pensiero pubblico prevalente.

L’aspetto più grave del boicotaggio “sui generis” adottato in Veneto, infine, è che non si tratta di una censura “ad actum” (di un testo in particolare, per i suoi contenuti) bensì “ad personam” (di una lista di scrittori), così finendo col censurare delle opere letterarie in base alle presunte credenziali morali e politiche dei loro autori!

Ma se la politica pretende di definire “il bene e il male”, perché non chiedere la rimozione anche di opere come l’autobiografia di Erik Priebke o il “Mein Kampf” di Adolf Hitler?

E perché non censurare i testi di quegli autori atei, come Piergiorgio Odifreddi, che osano porre dubbi persino sull’esistenza storica di Gesù Cristo?!

Semplice: perché la cultura o è “libera” o “non è” cultura, bensì qualcos’altro (ad esempio, “propaganda”!).

Se prevalesse questa “logica censoria”, allora, il rischio maggiore sarebbe di veder ampliare “a dismisura” l’elenco degli autori “messi all’indice”: se oggi si “criminalizzano” quaranta intellettuali firmatari di un appello, chi garantisce che domani la schiera degli “sgraditi”, degli “anti-italiani”, dei “nemici del Popolo”, non si allarghi a ricomprendere tutti coloro che esprimano un’opinione politicamente “scorretta” o, comunque, “minoritaria”???

“Democrazia” non vuol mai dire “dittatura della maggioranza”: esprimere un’opinione è sempre un “diritto”, mai un “privilegio” concesso a chi si conforma al giudizio più comune!

Un Paese, infatti, può dirsi pienamente libero solo quando si dimostra capace di accettare tutte le idee, anche le più “scomode” o isolate: questo è il prezzo che “si deve” pagare per distinguersi da paesi come la Cina, la Russia o la Libia!

Ciò detto, perché la politica, piuttosto che occuparsi di redigere “liste nere” d’autori sgraditi, non si interroga sul fatto che il numero di lettori in Italia scende di anno in anno (come testimoniato dagli ultimi dati del Censis e dell’Istat)?

E perché gli amministratori locali, piuttosto che “svuotare” ancor di più le nostre biblioteche, non si impegnano a riempirle, considerando che in Italia, ogni 100 abitanti, ci sono solo 70 libri nelle biblioteche pubbliche (contro i “246” libri negli Stati Uniti, 237 in Francia, 231 in Giappone, 188 nel Regno Unito, 127 in Germania, 93 in Spagna e 88 in Grecia, come ci rivela una tabella della European House-Ambrosetti)?!

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Gaspare Serra

(Studente di Giurisprudenza, Palermo)

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