Usa-Italia, sembra una spy-story. Con Assange la fantasia tiene il passo della realtà
C’è ancora la faccia di Assange sulle prime pagine dei giornali ma impareremo a farci l’abitudine. Il temutissimo sito dell’hacker-giornalista ha pubblicato l’inventario di tutte le strutture all’estero considerate sensibili anche per la sicurezza nazionale Usa.
Il documento in questione risale al febbraio del 2009 e proviene dal dipartimento di Stato, la firma in calce, alla fine dell’atto, è quella autorevole di Hilary Clinton. L’ex first lady sottoscrive un dispaccio in cui vengono elencate le infrastrutture critiche e le risorse di importanza cruciale all’estero, suggerite dalle missioni diplomatiche.
I siti posti sotto la lente di ingrandimento americana “se persi potrebbero danneggiare in modo cruciale la salute pubblica, la sicurezza economica e/o la sicurezza nazionale e del territorio degli Stati Uniti”. Si tratta in larga misura di infrastrutture per l’energia e di società farmaceutiche, In Italia, ad esempio, vengono indicati un’azienda farmaceutica (che produce un siero anti vipera) e il gasdotto Trans-Med, utilizzato per l’importazione del gas algerino. Nulla sembra essere lasciato al caso e l’intero materiale a disposizione è suddiviso in 18 settori, secondo un protocollo introdotto dal dipartimento per la sicurezza interna: agricoltura e alimentazione, industria della difesa, sanità e salute pubblica, monumenti e icone nazionale, banche e finanza, acqua potabile e impianti per il trattamento dell’acqua, chimica, siti commerciali, dighe, servizi di emergenza, reattori civili, materiali, scorie, tecnologia dell’informazione, comunicazioni, trasporto e spedizioni, siti dei governi, aziende manifatturiere importanti.
Chissà quante volte ci sarà capitato di pensare, magari dopo aver visto un avvincente spy-story americana, di essere sempre sotto l’occhio di un controllo superiore. Oggi che ne siamo certi restiamo colpiti da ciò che abbiamo sempre immaginato.
Alessio Moriggi