Scontro tra Cina e Usa: a Cancun nessun accordo
Il negoziato di Cancun diventa ancora più difficile da quando Wikileaks ha rilevato che dietro alle trattative sul cambiamento climatico si nascondono gli interessi di molti Stati.
Vengono così messe in discussione anche le proposte della Comunità Europea che, a parole, si professa intenzionata ad iniziative ecosostenibili, ma che di fatto, agisce in altro modo in difesa dei propri interessi. Anche Herman Van Rompuy, attuale presidente dell’Unione, giudicato positivamente per pazienza, competenza e buona volontà, viene smentito dalle rivelazioni di Assange. Pubblicata infatti la conversazione tra il presidente Van Rompuy ed un diplomatico americano non si faceva mistero dell’inutilità dell’incontro di Cancun.
Pronta la risposta della delegazione belga che smentisce “Tutti quanti siamo qui per lavorare con spirito costruttivo, tutte le delegazioni vogliono evitare una conclusione conflittuale come accaduto a Copenaghen”.
Vero o no che siano le dichiarazioni di Wikileaks è un dato di fatto che la prima settimana del vertice, puramente tecnica, si è conclusa con un nulla di fatto. La questione è ancora accesa e senza soluzioni. Nei giorni scorsi il così detto Umbrella Group composto da Russia, Canada, Austria, Ucraina e Stati Uniti hanno risposto negativamente alla conferma del protocollo di Kyoto. ”Il Protocollo di Kyoto? Ricordo che non lo abbiamo mai sottoscritto quindi, non facciamo parte di questo negoziato”, afferma Todd Stern, negoziatore degli Stati Uniti.
Dall’altro lato, alla controffensiva, si schierano i paesi dell’Alba (Venezuela, Bolivia, Ecuador , Nicaragua, Repubblica Domenicana, Antigua, Honduras e St. Vincet) che dalla loro parte sono riusciti a portare anche Cina ed i paesi del G77.
La Cina sostiene che o si arriva ad un nuovo accorso più bilanciato oppure il protocollo di Kyoto deve procedere così com’è. La richiesta dei paesi in via di sviluppo è uno sforzo maggiore per i paesi più ricchi.
“La maggior parte dei Paesi che stanno negoziando un secondo periodo per il protocollo – ha sottolineato Stern in conferenza stampa – credo cerchino un bilanciamento all’interno di ciascun capitolo dei negoziati e tra i diversi temi in ballo”.
Si attende quindi la seconda fase del summit di Cancun dove ci si auspica che i rappresentanti politici possano finalmente raggiungere un accordo che, viste le premesse, risulta tuttavia molto complicato.
MG Gargani