Scongiurata la caduta del protocollo di Kyoto
Non è bastato scongiurare l’affossamento del protocollo di Kyoto per placare la foga degli ambientalisti che proprio la scorsa notte si sono riversati nelle strade di Cancun nella prima vera forma di protesta dall’inizio della Conferenza Onu sul clima, danneggiando ristoranti e fastfood, lanciando uova e imbrattando i muri con vernice spray.
Oggi pomeriggio avrà inizio la seconda sessione dell’incontro con l’arrivo nella località messicana dei Capi di Stato e dei ministri, ai quali i gruppi di lavoro dovranno presentare i testi per il documento finale. ”Io spero che si possa completare il pacchetto prima che si apra la sessione di alto livello martedì pomeriggio. Sono ottimista che in questi due giorni si possa procedere velocemente”, ha detto domenica Patricia Espinosa , presidente della conferenza.
Gli argomenti caldi all’ordine del giorno della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici dell’Onu riguardano gli aiuti ai paesi in via di sviluppo.
Le proposte sono tuttavia ancora troppo elastiche e non ben definite. Ue, Australia, India ed Usa parlano di una riduzione di due gradi dell’aumento della temperatura ma, per il momento, solamente l’Ue pone dei limiti temporali, fissati al 2050, per il raggiungimento di tali obiettivi. L’alleanza Alba (Bolivia, Equador, Venezuela, Cuba, Nicaragua, Repubblica Domenicana, Antigua, St Vincent e Grenadines), propone invece di limitare la temperatura tra 1 e1,5 gradi.
Intanto più che allarmante il dato riportato dall’Oms che indica un aumento della mortalità di tre punti percentuali per ogni grado in più ed il prezzo più caro da pagare spetta proprio ai paesi più poveri.
MG Gargani