Nel Lazio un terzo della popolazione è povero
Nel Lazio una famiglia su tre è sull’orlo della povertà. Il dato emerge dal rapporto Eures-Upi, per incarico della sezione laziale dell’Unione italiana delle Province. L’indagine, che ha coinvolto 2.038 cittadini appartenenti a diversi ceti sociali e residenti in tutta la regione, mostra che nel Lazio cresce la disoccupazione e calano i consumi. La regione conferma il primato italiano per il maggiore impiego tecnologico e per una percezione della sicurezza più elevata. Gli intervistati denunciano un peggioramento della situazione nel 2010: solamente l’8.1% delle famiglie ha beneficiato di un miglioramento della propria condizione, il 39.4% ha visto peggiorare la propria situazione ed il 52.5% non ha subito significative variazioni.
Secondo le famiglie delle cinque provincie, per vivere dignitosamente sarebbero necessari più soldi: circa 2.900 euro nella capitale, 2000 in provincia. Il 37% degli intervistati si colloca nella fascia a rischio di povertà. La povertà sembra essere concentrata nei piccoli e medi comuni (49.1% e 47% rispettivamente). Le categorie che più preoccupano sono gli anziani (41.7%) e le persone sole (45%). Altro dato negativo è quello relativo alla Sanità; secondo Eures-Upi il Lazio è la Regione con la spesa pubblica tra le più alte d’Italia. In rapporto al Pil la spesa pubblica registra una crescita tra il 2001 e 2006 del 20.5%. Aumenta anche il debito procapite che, nel 2008 era di 297 euro, contro i 54 euro nazionali.
Secondo i cittadini le motivazioni di questa gravosa situazione sono numerose: la più quotata (54,2%) è l’inadeguatezza della politica e la lenta reazione alla crisi economica. Il dato fa riflettere, soprattutto perché è la realtà vista dal cittadino. Il dato chiaro che emerge da tutti i rilevamenti, è che la popolazione, pur sentendosi più sicura nelle strade, non si sente protetta e tutelata dalla politica.
MG Gargani